Chi
Sono?
Son forse un poeta?
No,
certo.
Non
scrive che una parola, ben strana,
la
penna dell'anima mia:
"follia".
Son
dunque un pittore ?
Neanche
Non
ha che un colore
La
tavolozza dell'anima mia:
"malinconia"
Un
musico, allora?
Nemmeno.
Non
c'é che una nota
nella
tastiera dell'anima mia:
"nostalgia"
Son
dunque... che cosa?
Io
mi metto una lente
davanti
al mio cuore
per
farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.
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Palazzeschi vuole far capire
che i
poeti non devono essere vanitosi ma devono far capire i loro sentimenti
ai lettori. Questo poeta, vuole far capire che per
lui ogni poeta
è come un saltimbanco ossia una specie di acrobata (Luca. M.,
Chiara)
Palazzeschi,
si presenta come un umile autore. Nel testo ci sono tre parole chiave
cioè follia, malinconia, nostalgia che esprimono i
sentimenti
del poeta:
FOLLIA - è libero e non ha regole.
MALINCONIA
- emozione incolore, di una tristezza dolce.
NOSTALGIA - ricordi e rimpianti di emozioni passate.
Il poeta ammette di essere solo un saltimbanco,
cioè una
persona che salta da un sentimento all'altro. (Alice, Eleonora,
Matteo.T., Sara, Christian)
Il
poeta è
umile e si sta domandando chi è, capisce di non
essere
nè un pittore nè un musico nè
un poeta,
ma con una lente d'ingrandimento si guarda il cuore e
riflette i propri sentimenti agli altri, comprende di essere
un
saltimbanco dell'anima sua (Sharon, Lorenzo, Bianca, Simone)
Palazzeschi con
questa
poesia ha fatto capire ai "colleghi" e altri artisti che i
poeti non
sono "chissà chi", infatti si è rappresentato
come un
semplice
saltimbanco: salta da una parola all'altra, da un'emozione all'altra.
Esprime "follia" "malinconia" e
"nostalgia" mettendo una lente di
ingrandimento sul suo cuore: guarda con attenzione dentro di
sé e quello
che scopre lo "riflette" agli altri (Federico, Beatrice,
Martina, Mattia) |
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