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Prima  di far parte dell’associazione, non sapevo che ci fosse tanta gente come me. Pensavo che fosse la mia malattia. Ho contratto l’infezione da mio marito, che è morto due anni fa. Quando nella comunità si è saputo che era morto di AIDS, io e i miei tre figli siamo stati discriminati in tutti i sensi, isolati da tutti. I miei figli hanno dovuto smettere di andare a scuola perché i compagni li prendevano in giro. La vita era diventata insopportabile per me, ma è successo qualcosa di inaspettato, che ha cambiato tutto. Alla radio ho sentito parlare di ActionAid e delle cose che fa per le persone colpite da HIV/AIDS che dichiarano apertamente il loro status. All’inizio ero riluttante, ma durante la prima riunione sono rimasta sorpresa di incontrare molte persone importanti, che mi hanno fatto capire che c’è una speranza. Il programma di ActionAid e dei suoi partner mi ha rassicurata. Ora voglio usare la mia esperienza come testimonianza della possibilità di cambiare. Prima pensavo di uccidermi. Ma ora, con i consigli avuti da ActionAid, ho cambiato idea. Sono anche riuscita a far tornare a scuola i miei figli. Spero che ActionAid continuerà l’ottimo lavoro che sta facendo per aiutare sempre più gente come me a realizzare i loro diritti come esseri umani.