Sant'Orso

Sembra fosse un presbitero di Aosta, che aveva il compito di custodire e celebrare, nella chiesa cimiteriale di San Pietro. Sant’ Orso, uomo semplice, pacifico e altruista viveva da eremita trascorrendo il tempo nella preghiera continua, sia di giorno che di notte, dedito al lavoro manuale per procurarsi il cibo per vivere, accogliendo, consolando aiutando tutti quelli che a lui accorrevano. Il tutto costellato da miracoli e prodigi, testimonianza della sua santità. Se incerto è il periodo in cui visse ( fu il V secolo e l VIII secolo ), più sicuro è il giorno della sua festa : 1 febbraio . Il suo culto, oltre che ad  Aosta dove l’antica chiesa di San Pietro è diventata Collegiata di San Pietro e Sant’ Orso, si estese anche nella diocesi di Vercelli, Ivrea e altre zone dell’Italia Nord-Occidentale. E invocato contro le inondazioni, le malattie del bestiame. A lui è dedicata la fiera che si tiene nel giorno della vigilia della sua festa ad Aosta.     

 DAVIDE  (VA)


Jean-Antoine Carrel

Jean-Antoine Carrel “il Bersagliere”, così detto perchénel 1848 nella prima guerra d’indipendenza ha 

combattuto a Novara  (ha partecipato a Solferino anche alla  seconda del 1859), era un uomo 

proveniente dalla Valle d'Aosta. È nato il 17 gennaio 1829 nel villaggio di Cretaz ed è 

vissuto a Breuil, cioè ai piedi del versante italiano del Cervino.

Jean-Antoine Carrel era un uomo rude, determinato,  fiero e difficile da trattare.

Ha avuto una vita durissima: per otto anni soldato, poi una famiglia in continuo allargamento, infatti, ha

avuto dodici figli.  La sua passione per le scalate ha avuto inizio verso la fine degli anni cinquanta del 19°

secolo, quando altri paesani  lo accompagnarono nelle prime esplorazioni, raggiungendo quote appena 

superiori ai 3800 metri.

Gli invidiosi paesani lo accusarono di ingordigia e di voler sempre trarre il massimo guadagno economico 

dalle scalate. Comunque come guida fu impareggiabile: per bravura, sicurezza e coraggio.

L’amico-rivale Edward Whymper lo considerò “il più elegante arrampicatore che abbia mai visto, l’unico 

con il quale è possibile arrivare in vetta alla Gran Becca”. Infatti, Edward Whymper  nel 1879-1880 lo 

ha voluto con sé nella spedizione alle Ande, nel corso della quale sono saliti sopra il Chimborazzo, il 

Cotopaxi, il Cayambe e un’altra decina di cime sopra i 5000 m di altezza.

Nel 1884 Jean-Antoine Carrel è andato persino in Africa.

È morto a 61 anni durante una tremenda notte di tormenta, alla guida della sua cordata che era 

composta da Carlo Gorret e Leone Sinigaglia, dopo essere giunto ai prati del Riondé, il suo cuore si è 

fermato per la stanchezza e la fatica che aveva fatto.

Per ricordarlo fu fissato un cippo sul luogo in cui perse la vita.

(VB)