Arlecchino

Elisa (VA)

Arlecchino è una famosa maschera bergamasca della commedia dell’arte.
La sua carriera teatrale nasce a metà del 500.

 Arlecchino è una maschera, ormai usata come costume di carnevale, che rappresentava la parte povera della città di Bergamo (mentre Brighella rappresentava la parte ricca).
Il suo nome ha origine da due tradizioni : una bergamasca e l’altra francese.
 «Arlecchino» deriva da «hellequin»: nome di un diavolo buffone delle leggende medievali francesi.

Arlecchino è vestito con una larga casacca e pantaloni bianchi, tappezzati da rombi colorati di verde, giallo, blu e rosso; ha una maschera di cuoio nero che copre metà viso lasciando scoperta la bocca e le sopracciglia spesse, permettendo di fare facce buffe.
Porta un cappuccio bianco come copricapo, ornato con una coda di coniglio o di lepre, e una cintura in vita.

È il tipico servo ignorante e imbranato, ha un carattere stravagante e giocherellone, però onesto e ricco di fantasia e a volte anche un po’ sciocco. Ne combina di tutti i colori, imbrogli, scherzi a spese dei padroni avidi e taccagni dove presta serviziofa di tutto per scappare dai guai. 
Egli è molto agile e con capriole e salti acrobatici risolve tutti i suoi problemi, divertendo gli spettatori di tutte le età. 
Ad Arlecchino non piace lavorare,  soffre di una malattia molto comune, la pigrizia.
Avido e scaltro, è sempre innamorato di una servetta e perennemente alla ricerca di cibo e denaro.
Ancora oggi dai palcoscenici dei teatri e dalle feste di carnevale diverte il pubblico ed è considerata la più divertente e simpatica tra tutte.

Esiste una favola sulla nascita del costume di Arlecchino:

“C’era una volta un bambino chiamato Arlecchino, molto povero. Viveva con la mamma in una casetta, andava a scuola e per Carnevale la sua maestra organizzò una festa e propose ai bambini della scuola di vestirsi in maschera. I bambini accolsero l’idea con entusiasmo, soltanto Arlecchino non partecipava a questa gioia, perché sapeva che sua mamma era povera. Ai bambini dispiacque vedere Arlecchino tanto triste, così decisero di portare alla sua mamma un pezzetto di stoffa dei loro costumi colorati. La mamma ne fece un abito. Al mattino Arlecchino trovò un abito di tanti colori diversi. Alla festa era lui la maschera più bella e più festeggiata.
E tutto questo grazie all’aiuto che i suoi compagni gli avevano dato.”


Elisa e Andrea C.  (VA)