Poesia dialettale

La balada dal'om de cà 

Sun al maestra par i fioeu che voeren
la pappa fada, al sunadur di canson di stroligh,
al lettur di passanigh,
al prufessur de la balda,
al servitur de la rejura
e l’amis de la brigada.

Me tuca slassà al co^ in sul lauràa
suda cume un pursell
par vangà quater pros.
Sum rumastigh quand scrivi i mè vers
E quand a vedi i donn che passan
In gran parada me lustri iocc
Perdend il sentiment.
Scrivi per la Luisa, la tusa dora
che mi ha spousa e la m’ha ciapà
par la gula e la pignatta.
Quand a la sera l’è visin a mi
diiventi muresin e in quater e quatr’ott
me trovi in truscia.

La ballata dell'uomo di casa

Sono un maestro per i ragazzi che vogliono la pappa fatta, il suonatore delle canzoni degli zingari, il lettore di storie, il professore del ballo, il servo della suocera, l’amico della compagnia. Sul lavoro mi tocca abbassare la testa, sudata come un maiale per zappare quattro aiuole. Sono romantico quando scrivo le mie poesie e quando vedo passare le donne eleganti mi lustro gli occhi nel guardarle perdendo la ragione. Scrivo per la Luisa, la brava ragazza che mi sposato prendendomi per la gola e il buon cibo. Quando la sera mi viene vicino divento tenero e in quattro e quattr’otto mi trovo preso dalla passione per lei,

( VC)