Uno scrittore e un ...

Giacomo Leopardi


GIACOMO D..
(VA)

Giacomo Leopardi nacque a Recanati , nelle Marche , nel  1798 dal Conte Monaldo e Adelaide dei marchesi Antici.

Studiò nella biblioteca del padre , ed era il primo di 10 fratelli. Molto studioso e volenteroso, si impegnò e imparò Latino, Greco ed Ebraico.

Il maestro abbandonò presto Giacomo perché si sentiva superfluo data la sua bravura. 

I suoi studi furono talmente intensi che si privò di svaghi e giochi e ciò comportò, per lui, problemi fisici e una tristezza che lo accompagnò per tutta la vita.

A quindici anni scrisse: "Saggio sopra gli errori degli antichi", che mostrò la grande capacità di comporre.

A diciassette anni approfondì  Dante, Omero,Virgilio e Esodo.

Durante i suoi studi il suo pessimismo e capacità di rapporti sociale fu più intenso.

Nel 1822 a Roma compose, sempre più malinconico, le “Operette morali, frasi sulla natura,morte,dolore,felicità e noia”.

Leopardi pensava che la natura non volesse bene alle sue creature, ma volesse la loro sofferenza, la stessa che lui provava fisicamente e moralmente.

I principali temi del suo lavoro furono: giovinezza, perdita, infelicità dell’amore e della sua vita.
I suoi amori non furono mai ricambiati.

Verso il 1823 cominciò a viaggiare in molte città Italiane. Partecipò ad alcuni giornali letterari, a incontri pubblici, soprattutto a Firenze.

Nel 1833 iniziò ad avere forti attacchi o crisi d’asma, che lo portarono alla morte all’età di 39 anni.

GIACOMO D. (VA)

+
... pittore.
Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio nacque venerdì 6 aprile 1483 nella città di Urbino.

Il padre Giovanni de’ Santi, anch’egli pittore non molto eccellente però, lo spinse a studiare le opere di Piero della Francesca che aveva realizzato alcune delle sue più belle opere a Urbino.

A questo punto Raffaello studiò disegno e prospettiva e provò a dipingere facendo accorgere suo padre di quanto era bravo. Così il padre chiamò un artista professionista: Pietro Perugino. Raffaello imparò la tipica grazia del maestro aiutato dall'architetto Bramante.

Il pittore in erba cominciò a lavorare per Perugino con dei tratti tipici del maestro.

Nel 1494 muore il padre e Raffaello rimane solo poiché la madre era già morta.

 A diciassette anni esce dalla bottega di Perugino con il titolo di magister, ciò gli permette di lavorare in proprio.

Nel primo periodo di attività dipinge opere come la Pala del Beato Tolentino; lo Stendardo della Trinità; la Crocifissione Mond; l’Incoronazione della Vergine e affreschi di alcune scene di vita di Padre Pio II. Nel 1500 realizza per la corte di Urbino i ritratti di Guidobaldo di Montefeltro e di Elisabetta Gonzaga, la Pala Colonna e la Pala Ansidei. Da quel momento in poi lavora molto più freneticamente anche su più opere alla volta poiché aveva dimostrato la sua bravura. Nel 1504 realizza una sua grandissima opera: lo Sposalizio della Vergine. Tra le sue più grandi opere troviamo la Deposizione per Atalanta Baglioni; il Cristo in gloria e i santi; la Madonna Connestabile, la Dama con L’unicorno; i Ritratti Doni e molte altre. Raffaello muore a 37 anni, il 6 aprile 1520: il giorno del suo compleanno.

(VB)