La Chiesa di San Carlo

La chiesa venne costruita a partire dal 1629 
su progetto di Bartolomeo Bianco, per volere dei Carmelitani Scalzi e dedicata a San Carlo Barromeo, loro protettore. La costruzione venne terminata nel 1635 dagli stessi Carmelitani.

 La facciata venne ricostruita nel 1743 su commissione di Gerolamo Durazzo. Nel 1799 divenne una parrocchia e in seguito tornò di proprietà dei Carmelitani Scalzi fino al 1974.

Si entra nella chiesa attraverso una scalinata,  l’interno è composto da un’ unica navata con sei cappelle ai lati. Le decorazioni della navata e della volta vennero realizzate a fine Ottocento da Maurizio Dufour, mentre le virtù, raffigurate sui peducci della cupola, sono state dipinte nel settecento da Domenico Parodi.

L’altare maggiore venne sostituito nell’Ottocento con quello proveniente dalla distrutta chiesa di San Domenico. Tra le opere si segnala una Santa Teresa di Andrea Carlone, l’Adorazione dei Magi di De Ferrari e una Madonna del Carmine scolpita dal Parodi

Inoltre si trova la scultura della Madonna della Fortuna, realizzata in legno e rappresentante, probabilmente, la polena di una nave.

Manuel (VA)

Una curiosità: storia di una polena


Greta e Natasha (VA)

La statua lignea raffigurante N.S. della Fortuna, oggi sull'Altar Maggiore della chiesa di San Carlo in via Balbi a Genova, porta con sè una storia davvero curiosa . 

La storia di questa miracolosa scultura risale al 1636 quando, il 17 gennaio, nel porto della Città si abbatté una furiosa bufera che distrusse le navi ivi ancorate.

Il giorno successivo, tra lo scempio di rottami che galleggiavano sulle acque, un solo oggetto si presentò intatto agli occhi stupiti dei Genovesi: era una grande statua rappresentante una Signora, in una mano un Rosario e in braccio un Bimbo che sorreggeva un piccolo globo.

Diversi documenti attestano come la statua fosse la polena di una nave irlandese, ancorata nel porto. La nave venne distrutta dalla bufera, mentre la statua fu sbalzata dalla forza del mare  sul ponte detto dei Chiavarii, poi scagliata nuovamente sul Molo vecchio e di là deposta intatta nelle tranquille acque della Darsena.

Dopo alterne trattative, la statua fu acquistata da due marinai che la misero nei fondi di un edificio appartenente alla famiglia Lomellini. 

Lì avvenne il primo miracolo: una bimba, caduta da una finestra di un piano alto del caseggiato, toccò illesa il suolo, ella sostenne di essere stata accolta tra le braccia e deposta sana e salva a terra, dalla grande Signora vestita di azzurro che si trovava nel magazzino.

La fama del prodigio si diffuse per la città e la popolazione chiese che un luogo sacro accogliesse la statua, collocata inizialmente nella vicina chiesa medievale di S. Vittore: il trasferimento avvenne nel corso di una solenne processione e, all'arrivo nel tempio, mentre i portatori si accingevano a collocare la statua nella sua nicchia, questa si mosse da sé e si posò sul piedistallo, tra la meraviglia e la devozione dei presenti.

In seguito venne trasferita nella sede attuale sull'altare maggiore della chiesa di San Carlo.

La maestra (VA)