Italo Svevo


MANUEL (VA)

Nasce, quinto di nove figli,  tra il 19 e il 20 Dicembre 1861, a Trieste da una benestante famiglia ebraica; il padre Franz Schmitz era un commerciante tedesco, la madre Allegra Moravia  era italiana. Nel 1874 viene mandato dal padre a vivere e a studiare, assieme ai due fratelli Adolfo ed Elioin un collegio in Baviera, dove studia il tedesco e altre materie utili per l’attività commerciale. La sua formazione avviene quindi in un ambiente linguistico tedesco (benché egli parli correttamente l’italiano sin da bambino), questo influenzerà profondamente il suo stile di letterario.

Si dedicò con passione alle letterature europee e mostrò grande interesse per il pensiero di Sigmund Freud fondatore proprio in quegli anni della psicanalisi (teoria psicologica basata sull’analisi dell’ inconscio).

Scrisse due romanzi che pubblicò a sue spese, ma poiché furono un insuccesso decise di abbandonare l’idea di diventare scrittore professionista.
Nel 1880, con il fallimento dell'azienda paterna, dovette iniziare a lavorare, inizialmente come impiegato bancario.
Nel 1892, anno in cui muore suo padre, avviene la pubblicazione del suo primo romanzo.
 Nel 1896 si fidanzerà con la cugina, Livia Veneziani, figlia di un commerciante di vernici sottomarine (cattolico), che sposerà nel 1896 con rito civile prima e religioso successivamentedopo essrsi convertito al cattolicesimo. Dalla donna ha una figlia, Letizia.
Più tardi, nel 1923, arrivò il successo con il romanzo La coscienza di Zeno.
Il 12 settembre 1928 il 67enne Svevo è coinvolto in un incidente stradale presso Treviso, in cui rimane ferito, apparentemente in maniera non grave, ma, mentre veniva portato all'ospedale, ebbe un attacco  di cuore. Ricoverato all'ospedale peggiorò rapidamente e perse poi conoscenza, morendo 24 ore dopo l'incidente.
Le sue opere più importanti sono: Una vita (1892), Senilità (1898) e La coscienza di Zeno (1923).

(VA e VB)