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- All'inizio ero una matita senza poteri. Quando ero piccola facevo motocross, poi ho fatto la prova di taekwondo e mi è piaciuto.
Quando avevo otto anni mio papà mi portò in un parco di divertimenti dove io mi divertii molto. C'era di tutto: giostre stratosferiche, zucchero filato e molte altre attrazioni.
Camilla disse:
- Davvero? La mia infanzia non è stata così. Racconta, racconta!
La matita continuò:
- Poi c'è stato un momento in cui mi sono emozionata, perché mio papà mi portò allo zoo e io amo gli animali e quindi piansi per un po', ma poi andai ad accarezzarli. Tornati dallo zoo, la mamma aveva fatto le patate fritte con la pizza, mi piacquero tanto.
Siccome mio papà faceva il marinaio e viaggiava tanto mi portò con sé. Viaggiammo tanto insieme e fotografammo tutto, dalla sfinge alla palma dell'isola Cungu. Mio papà diventò maresciallo, mia mamma trovò impiego in un bar che poi diventò tutto suo.
Poi io feci paracadutismo e quando mi buttai aprii il paracadute. Dentro c'era una polverina magica che mi fece diventare magica. Il mio potere lo scoprii dopo quattro anni. Poi diventai grande e Sossi, la mia amica, mi portò in Francia, in America e infine qui. Finimmo in un negozio, ma io non ero arrabbiata perché era bellissimo. Era gigante con delle persone enormi. Noi finimmo in uno scomparto per matite, ma le altre non erano come noi.
Un signore mi comprò. Io, come matita, non scrivevo molto bene. Lui vedendo ciò mi temperò nove volte. Tutte le volte che mi temperava la punta si rompeva. Allora mi buttò dalla finestra.

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